Il termine Norna deriva dall'antico Norreno Norn (Nornir al plurale) che significa "[colei che] bisbiglia [un segreto]".
Delle Norne si parla sempre al plurale e compaiono molto spesso in diversi passi della poesia eddica e scaldica, prevalentemente nella loro figura di Norne ostili che stabiliscono un destino di sfortuna e morte, seppur non manchino riferimenti anche al loro lato positivo. Questo perché rappresentano le dee del destino, incarnazione di un fato superiore e ineluttabile che tutto sovrasta, uomini e dei che siano.
Al loro potere sul destino si fa risalire la ragione per cui sull'unghia della Norna sono incise le Rune ("segreti sussurrati").
Nel "Dialogo di Fáfnir" si precisa come esse siano di diversa natura, alcune appartenenti agli Ási, altre ai Vanir, altre ancora agli Elfi, poiché vengono descritte come un gruppo numeroso di divinità dal carattere indistinto. Solo Snorri nella Voluspá ne definisce solo tre di suddetto gruppo, che dimorano presso l'Albero Cosmico, Yggdrasil, accanto alla fonte del destino, Urðarbrunnr. Queste tre Norne ricordano molto non solo le Parche romane, ma anche le Moire celtiche. Solo Urðr, il cui nome significa "destino", è la più anziana; Verðandi risulta essere infatti una figura ben più tardi e il suo nome deriva dal verbo verða "divenire". Skuld, definita da Snorri la più giovane, porta con sé il significato di "debito", "colpa" e viene nominata anche nella schiera delle Valchirie. Il legame tra le Norne e le Valchirie viene sottolineato anche in un passo del "Dialogo di Fáfnir" , dove si dice che i lupi sono i "cani delle Norne" poiché pongono fine a molte vite; nello stesso passe si evince anche il legame tra le Norne e le Dísir.
La credenza nelle Norne era così fortemente radicata nel mondo e nella cultura nordici, che in alcune saghe la venerazione di esse viene indicata tra le consuetudini a cui doveva rinunciare chi si convertiva al cristianesimo.
Sottolineerei come si dovrebbe aprire un capitolo a parte solo per descrivere la concezione di destino e di fato nell'antica cultura nordica, senza tralasciare la simbologia del filo, con cui viene tessuto non solo il destino, ma l'intero Wyrd.
Fonti:
- Edda Antica
- I miti Nordici di G. C. Isnardi
Sigríðr Úlfhildr Bálsdóttir
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